Energia
La sedia
di Vanni Tola
Da sempre la questione energetica isolana rappresenta un nodo cruciale da sciogliere per innescare processi di sviluppo innovativi. L’alto costo dell’energia è sempre stato un importante limitatore dello sviluppo delle imprese industriali. La produzione di energia da fossili ha prodotto nell’isola tassi d’inquinamento quasi uguali a quelli dell’area industriale di Taranto con pesanti ricadute sulle condizioni di vita e salute dei sardi, particolarmente intorno alle aree industriali. Basta leggere con attenzione lo studio epidemiologico Sentieri e i più aggiornati dati epidemiologici relativi alla diffusione nell’isola dei tumori e delle malattie respiratorie per averne conoscenza.
E’ in corso da tempo un acceso dibattito tra forze di differente orientamento portatrici di ipotesi di sviluppo alternative che partono dall’intento comune di decarbonizzare l’isola. Semplificando al massimo i termini della discussione si può affermare che le ipotesi in discussione siano sostanzialmente due. Una prima ipotesi, fatta propria dal ministro della Transizione Ecologica Cingolani, ritiene che si possa arrivare alla decarbonizzazione dell’apparato industriale sardo mediante un processo transitorio di metanizzazione dell’isola, in attesa di realizzare un sistema di produzione dell’energia elettrica orientato alla produzione di idrogeno e integrato con l’impiego di energia rinnovabile (in particolare centrali solari ed eolico off-shore).
A favore della scelta della metanizzazione ci sarebbe l’impossibilità di individuare nell’immediato alternative valide. Tale ipotesi è rafforzata dalla presenza nel territorio di infrastrutture per la distribuzione del metano realizzate o in avanzato stato di realizzazione e che, a parere delle imprese che le stanno realizzando, sarebbero potenzialmente in grado di essere utilizzate anche per la distribuzione futura dell’idrogeno.
Nei prossimi giorni è previsto un confronto tra il ministro della Transazione Ecologica Cingolani, la Giunta regionale e le forze sociali per meglio definire i termini del piano d’intervento predisposto del governo nell’ambito del PNRR. E’ importante quindi una mobilitazione per un approfondimento delle problematiche concernenti tale intervento. L’ipotesi del Governo, sulla quale il ministro Cingolani intende avviare un confronto con forze sociali ed enti locali, prevede la realizzazione di due punti di trasporto e stoccaggio regolati di gas da collocare nel nord e nel sud dell’Isola che dovrebbero servire le aree limitrofe alle rispettive zone d’insediamento. Il resto del territorio isolano invece sarebbe rifornito di gas con i camion che porterebbero il gas ai depositi delle diverse reti locali (si pensa a trentotto camion che attraverserebbero continuamente il territorio isolano con il loro pericoloso carico).
Come è facile immaginare l’ipotesi della distribuzione del gas con i camion non entusiasma gli enti locali per diversi motivi, non esclusa l’inadeguatezza della nostra rete stradale. Naturalmente giocherà un ruolo fondamentale nella partita anche la presenza del progetto di metanizzazione già in avanzata fase di realizzazione che fa capo alla Snam.
L’alternativa al progetto potrebbe essere rappresentata invece da una scelta di rilancio, razionalizzazione e riprogrammazione delle fonti energetiche alternative (solare ed eolico, in particolare off-shore con la prospettiva di arrivare al più presto alla produzione d’idrogeno). Sull’ulteriore sviluppo di tale fonti energetiche alternative, è bene ricordarlo, esistono però ancora resistenze e perfino riserve mentali (generalmente immotivate) anche tra i più convinti assertori della transizione energetica. Lo sviluppo disordinato ed eccessivo delle pale eoliche nel territorio sta scontentando molti, occupa molto suolo talvolta sconvolgendo il paesaggio, ha portato finora pochi vantaggi economici per i territori ospitanti (cali dei costi di energia).
Di poca considerazione gode anche la possibilità di realizzare impianti eolici off-shore nel mare, che invece esistono in molte parti del mondo. Molti immaginano gli impianti eolici off-shore come una sorta di cattedrali nel deserto che potrebbero deturpare la bellezza delle nostre coste. In realtà tali impianti sono solitamente realizzati a grande distanza dalla costa tanto da non essere visibili da terra, non rappresenterebbero nessun ostacolo per la navigazione, non produrrebbero alcun tipo di inquinamento per l’ambiente marino. Anche la realizzazione delle centrali solari, vanto della migliore tradizione ingegneristica italiana (si pensi al prof. Rubbia, nobel per la fisica, che ne ha realizzato in diverse parti del mondo) non sembra godere di buona fama.
Fondamentale quindi vedere come si svilupperà il confronto tra il ministero della Transazione Ecologica e le forze sociali, ma è evidente che l’opposizione al progetto di metanizzazione potrà avere successo soltanto se saprà definire un’ipotesi alternativa organica per l’abbandono del fossile che sia realistica e praticabile e che sappia raccogliere un ampio consenso tra le forze politiche e sociali. In caso contrario a prevalere sarà il progetto di metanizzazione in fase di sviluppo e ci dovremo rassegnare, per chissà quanto tempo ancora, a vedere circolare nelle strade dell’isola una quarantina di camion carichi di gas. Energia Vanni Tola aladinpensiero online PNRR NGE Eu ue sedia,
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